domenica 13 agosto 2017

Il mese.

Uno sguardo può condizionare una giornata?
Una nottata?
Una vita?

Da quella sera, quella ragazza continuò a lavorare, entusiasta, a quelle elezioni.
Elezioni, campagne elettorali, sono brutti termini, simbolo di un qualcosa di lacerante, obbligatorio, non piacevole.
Eppure, possono essere la culla di amicizie.
Di sano entusiasmo.
Di un amore.




Lei, quella ragazza lì, voleva davvero cambiar le cose.
Mettersi in gioco.
Le cose non sarebbero andate bene, sotto nessun punto di vista.
Tranne che per lei.
E lui.

Un mese.
30 giorni.
Giorni di maggio.
Giorni di sole e caldo, quel caldo tiepido che ti invita a mettere le maniche corte, ma portar dietro una giacchina, che le permetteva di tenerli sciolti quei lunghi capelli di un castano molto chiaro.
Giorni di duro impegno.
Giorni di camminate che duravano ore, per farsi conoscere, per dire e spiegare quali erano i progetti.

Serate in cui, camminando fianco a fianco, la mano di lui finiva per sfiorare la mano di lei.
Con timidezza.
Quelle mani, nel stringersi, erano incerte, tenere ma decise.
Gli sguardi non si incrociavano in quei giorni, erano troppo stupiti quegli occhi per avere il coraggio di intrecciarsi.




Sembrava che succedesse tutto senza un obiettivo.
Succedeva.

Emozionava le notti di lei, che faceva correre la mente incredula per quello che stava accadendo, facendosi mille domande.

Stupiva le giornate di lui, che tutt'ad un tratto non vedeva l'ora che finisse la giornata lavorativa per vedere lei, che sino a poco prima era una sconosciuta.

Quel che c'era di curioso e ilare erano le domande delle persone attorno.
I genitori di lei chiedevano lumi, ma lei frettolosamente negava qualsiasi legame.
Gli anziani, da buoni osservatori e dall'alto della loro esperienza, avevano capito tutto.
Sembrava che tutti avessero capito.

Tranne lei e lui.





[Continua...]

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